Il mio sogno è scalare l’Everest!

Il mio sogno è scalare l’Everest!

Cirino Di Bella, scalatore sordo e la sua sfida più grande: abbattere i muri del pregiudizio nello sport

a cura di Luisa Carretti e Donatella Esposito Caserta



Dall’Etna all’Everest la storia di Cirino Di Bella, catanese di origine e padovano di adozione, è quella di un ragazzo sordo con la passione per i viaggi e per lo sport, che ha scoperto la sua passione per la montagna e con impegno e caparbietà ha voluto dimostrare che sì, una persona sorda può scalare una montagna e praticare questo sport anche a livello professionale. La sua battaglia continua per abbattere i pregiudizi della comunità udente, ma un metro alla volta riuscirà a conquistare la vetta.

UN SOGNO NATO SULLA CIMA DELL'ETNA

La storia che stiamo per raccontare inizia qualche anno fa, nel 2012, quando dopo varie vicissitudini Cirino ha deciso di partire dall’Italia esplorando il centro America e il Sud America fino alla Terra del Fuoco.

Cirino ha scoperto questa passione sin da piccolo, scalando l’Etna e poi le Dolomiti fino ad arrivare all’Himalaya, una montagna che ha lasciato un segno nella sua vita e ha reso ancora più forte il desiderio di realizzare un sogno: scalare l’Everest, la montagna più alta del mondo, già scalata da un sordo giapponese, “e volevo essere il primo italiano sordo a farlo”, ci rivela.

Raccogliendo informazioni su costi e preparazione richiesta, decide per allenarsi, di scalare le sette vette più alte del mondo sparse in tutti i continenti: Aconcagua in America del Sud, Denali in America del Nord, il Kilimangiaro in Africa, l’Elbrus in Europa, il Vinson in Antartide, il Puncak Jaya in Oceania, e infine l’Everest in Asia.

“Dalle Dolomiti”, racconta, “ho deciso di iniziare dalla vetta più alta dell’Africa, il Kilimangiaro fino ad affrontare l’Elbrus in Russia. Ora la mia prossima tappa sarà l'Aconcagua in Sud America, alta quasi 7000 metri”.

LA SORDITÀ NON È UN LIMITE

Un passo alla volta, un metro alla volta, così si arriva sul tetto del mondo. Ed è con la stessa caparbietà che Cirino Di Bella sta cercando di raggiungere un altro grande obiettivo: dimostrare che non esistono limiti legati alla sordità.

“Ora che sono in Italia, vorrei continuare a partecipare a corsi di formazione; talvolta ho trovato un po' di resistenza dall’altra parte proprio perché la sordità è stata considerata un limite. Ma non è così e la mia storia lo dimostra. Non ho mai mollato e già da tempo sono tra gli iscritti del CAI, un sordo tra gli udenti.

La sordità si è dimostrata un limite nel momento in cui ho provato a partecipare a corsi di formazione nel settore, ho sempre dovuto dimostrare che ce la posso fare, rispondendo con soluzioni in caso di difficoltà. Ed anche questo è un mio obiettivo, far capire che possiamo farlo”.

PORTARE SOLUZIONI PER ABBATTERE I PREGIUDIZI NELLO SPORT

Cirino Di Bella combatte per diventare un esempio; di fronte alle obiezioni e ai problemi che gli vengono posti, lui porta soluzioni, suggerisce strategie.

“Secondo le guide il problema è la modalità di comunicazione durante l’arrampicata e ho sempre proposto soluzioni: usare la fune ad esempio, due tiri di fune vuol dire ‘si vai, preparati, inizia a scalare’ tre o quattro tiri di fune significano ‘fermati o aspetta’”.

Un altro problema portato dalle guide è il rischio che la caduta di rocce per una persona che non ha udito, ma anche in questo caso la risposta di Di Bella è chiara: “noi persone sorde abbiamo una sensibilità visiva molto importante e molto forte rispetto agli udenti. Noi prestiamo attenzione con gli occhi, gli udenti con le orecchie”.

Insomma le soluzioni esistono, basta volerlo. Intanto Di Bella continua ad allenarsi per affrontare la sua grande sfida: guardare il mondo dalla vetta del monte Everest.

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