“L’interprete Lis dagli anni '80 ad EFSLI...e oltre”

“L’interprete Lis dagli anni '80 ad EFSLI...e oltre”

MPDFonlus e Anios insieme in ricordo di Elena Pizzuto

Anche MPDFonlus e ANIOS hanno voluto, insieme, ricordare Elena Pizzuto nel modo in cui lei avrebbe più gradito, ovvero parlando della Lis (Lingua dei Segni Italiana) e, più nello specifico, degli interpreti di Lis, da lei sempre stimolati e coinvolti nella ricerca. E' successo a Roma, il 15 aprile 2011, in occasione dell'incontro “L’interprete Lis dagli anni ’80 ad Efsli … e oltre” organizzato da Anios (Associazione Interpreti di Lingua dei Segni) in collaborazione con MPDF Onlus.
La Mason Perkins Deafness Fund, onlus che è da sempre al fianco degli operatori che lavorano con la Lis e nella comunità sorda italiana e che da molti anni si occupa di formazione degli interpreti di Lis, non poteva mancare a questa importante occasione.


L’incontro ha avuto come location la sala seminari della storica scuola per sordi “T. Silvestri”, ora ISSR – Istituto Statale dei Sordi di Roma, in Via Nomentana a Roma. Un palazzo che è stato sede della MPDFonlus prima del suo spostamento a Siena e che da sempre ospita alcune tra le più importanti istituzioni per sordi, come il CNR – Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, presso il quale la stessa Elena Pizzuto è stata ricercatrice e al cui interno opera anche ANIOS. Il contesto ideale non solo per fare il punto sulla figura e sul ruolo dell'inteprete Lis ma, anche, per riflettere sul momento politicamente delicato che vede il riconoscimento della LIS messo a dura prova all’interno della XII commissione Affari Sociali della Camera, dove si sta ancora oggi discutendo il DDL per tale riconoscimento. Sulla proposta di Legge è intervenuta l’onorevole Luciana Pedoto (PD), da sempre vicina a questa causa, per sottolineare il suo pieno sostegno affinché la Lingua dei Segni Italiana possa ottenere il riconoscimento che merita e che, tra l’altro, viene sancito da documenti europei e di livello internazionale quali la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità già ratificata dallo stato italiano. (Una battaglia che vede in prima linea anche gli interpreti e ANIOS (vi segnaliamo, a questo proposito, l'intervista rilasciata dal presidente al sito dell'Inail www.superabile.it).Durante l'incontro Rita Sala, in rappresentanza di MPDF per il settore interpretariato, ha sottolineato l’impegno della onlus affinché le figure professionali presenti nella comunità segnante possano acquisire una formazione sempre più mirata e di qualità. Un impegno testimoniato dai workshop MPDF organizzati anche per gli interpreti, che hanno visto eminenti professori provenienti dagli Stati Uniti d’America formare interpreti italiani in un momento in cui poche se non nulle erano le possibilità di formazione nel nostro paese, così come ha ampiamente raccontato Elena Radutzky, ex-direttrice della MPDF e sua memoria storica. La MPDF, ha detto Radutzky, è conosciuta per i suoi corsi di aggiornamento e consulenza ma in particolare per le borse di studio Fulbright, che da 25 anni permettono a sordi italiani la frequenza di corsi universitari presso la rinomata Gallaudet University. Le due borse di studio disponibili ogni anno, una finanziata dalla MPDF e l’altra dalla Fondazione Roberto Wirth, hanno permesso negli anni a oltre 30 sordi italiani di specializzarsi negli Stati Uniti e poi mettere a disposizione della comunità sorda italiana la propria expertise in ambiti che spaziano dall'educazione ai deaf studies, fino alla multimedialità. Il primo workshop per interpreti organizzato dalla MPDF ha avuto luogo a Perugia nel 1988 e ha avuto come docente la bravissima docente americana Sharon Neumann Solow, che ha partecipato anche ad un altro workshop organizzato dalla MPDF nel 1999. Nel frattempo altri docenti dagli Stati Uniti si erano avvicendati grazie alla MPDF per formare interpreti, educatori e docenti sordi. Tra questi, Nancy Frishberg, Dennic Cokely, Clayton Valli, Marina Mc Intire, M.J. Philip, Steven Collins e altri ancora. Una conferma del grande impegno della fondazione per garantire non solo una formazione ma soprattutto una formazione di qualità agli interpreti.


Dopo Elena Radutzky, Eugenia Becci per Anios ha dato la possibilità a molti dei presenti di conoscere la genesi di questa associazione cruciale per gli interpreti italiani: la sua fondazione risale al 1987, quando alcuni interpreti Lis marchigiani, sostenuti anche da sordi locali, hanno deciso che il motto “l’unione fa la forza” dovesse essere il loro principio fondante, chiamando poi a raccolta tanti altri interpreti in formazione uniti da obiettivi comuni: condividere gioie e frustrazioni del proprio lavoro e attivarsi perchè fosse sempre più garantita la professionalità e la qualità del servizio, che andava evolvendo così come la comunità sorda. Maria Luisa Franchi con Anna Maria Peruzzi e successivamente Pietro Celo hanno poi tracciato un excursus dell’evoluzione e del ruolo dell’interprete in Italia, dai figli di sordi o meri conoscitori della Lingua dei Segni operanti in un’ottica di “dovere assistenziale” ai professionisti del settore, caratterizzato da un'offerta formativa che vede ormai impegnate molte istituzioni, per quanto dislocate solo in alcune aree del paese e ancora insufficienti a coprire il fabbisogno nazionale.
Paolo Rossini, ricercatore associato dell'ISTC CNR e consulente e collaboratore dell'ISSR, ha voluto ricordare Elena Pizzuto come persona e come ricercatrice sempre entusiasta del proprio lavoro, animata dal piacere della scoperta e dalla conoscenza di una lingua così ricca e piena di stimoli quale è la Lingua dei Segni. E lo ha fatto citando una frase che lei, da sempre, diceva ai sordi "...ragazzi sordi, continuate il mio lavoro..."


E' stato poi il turno di Efsli (European Forum of Sign Language Interpreters)rappresentata dal suo vice presidente Marinella Salami, socia Anios e membro della commissione esaminatrice per l’entrata in Anios. Marinella Salami ha presentato il Forum Europeo che, nato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 del secolo scorso quale gruppo informale composto da interpreti provenienti da vari stati europei, ha deciso nel 1993 di munirsi di uno statuto e di eleggere il suo primo consiglio direttivo e nel 1994 di organizzare a Edimburgo (Scozia) il primo seminario. L’obiettivo di Efsli è garantire agli interpreti in Europa la possibilità di discutere sul proprio lavoro, formarsi, condividere esperienze e collaborare a vari livelli. Ogni anno viene a questo proposito organizzata la Annual General Meeting (AGM) dove vengono prese le decisioni politiche per l’anno successivo e, a seguire, una conferenza su vari aspetti dell’interpretazione che vede coinvolti partecipanti e relatori da tutto il mondo. L’anno scorso è stato il turno della Scozia, il prossimo anno vedrà impegnata l’Austria mentre quest’anno, 2011, Anios per l’Italia ha raccolto la sfida, organizzando la 3 giorni che si è svolta dal 16 al 18 settembre a Vietri sul Mare (Salerno).


Al termine dell'incontro Rita Sala, vice presidente Anios e membro del direttivo MPDFonlus ma soprattutto interprete Lis, ha preso di nuovo la parola per raccontare chi è, oggi, l’interprete Lis e quali sono i suoi bisogni e le sue necessità.Era dal 1997 che non si parlava dell’interprete Lis, ovvero dal Convegno organizzato a Brescia dall’Ens (Ente Nazionale Sordomuti), che aveva come tema proprio il “Futuro dell’Interprete Lis”. Il ruolo dell’interprete Lis – ha sottolineato Sala - si colloca all’interno del grande cambiamento avvenuto nella comunità segnante dagli anni ’80 a oggi, quando la scoperta della Lis quale vera lingua ha permesso l’emancipazione linguistica della comunità sorda: un'evoluzione che coinvolto non solo i sordi ma anche gli interpreti, come già esplicitato in precedenza da Franchi e Celo. Purtroppo, però, l’Italia è agli ultimi posti nella preparazione accademica degli interpreti, non avendo alcuna Università in cui sia attivo, oggi, un corso di formazione ad hoc. La mancanza di una formazione accademica e la non standardizzazione dei percorsi formativi esistenti sono ancora oggi la principale carenza che emerge in Italia, dove gli interpreti continuano a chiedere a gran voce una formazione che faccia di questo lavoro una professione a tutti gli effetti, con le stesse prerogative di un qualsiasi altro lavoro: entrate economiche congrue, il riconoscimento del ruolo e dello status professionale acquisito in questi anni ma soprattutto un chiaro riconoscimento dalla comunità segnante di riferimento e la richiesta di collaborazione perchè tale lavoro possa raggiungere livelli di formazione e ricerca di tenore accademico.