Gli artisti sordi nella Storia dell'Arte

Gli artisti sordi nella Storia dell'Arte

Esiste un legame fra comunità sorda e arte molto più stretto di quanto si creda. Intervista ad Anna Folchi

Perché tanti artisti sordi nella Storia dell'Arte? Da questa domanda siamo partiti per approfondire il lavoro di ricerca condotto da Anna Folchi e Roberto Rossetti raccontato proprio da Anna Folchi venerdì 29 gennaio in occasione de I Venerdì del Pendola dedicato ad arte e sordità. "Le persone sorde hanno particolare attitudine per l'arte e i colori", precisa la Folchi durante la sua breve video intervista.

Un'attitudine che ha spinto i due ricercatori ad approfondire il tema, raccogliendo documenti
in Italia e in Europa che testimoniassero la sordità di 250 artisti, alcuni fra i più rilevanti per la storia dell’arte internazionale. Un lavoro certosino, nato dall’incrocio di più fonti per accertarsi della veridicità delle informazioni, come ha raccontato Anna Folchi, durante il Venerdì del Pendola del 29 gennaio, e fondamentale per la sua capacità di restituire alla comunità sorda un ruolo di primaria importanza nelle arti visive.

La sordità in questo modo non è più un difetto fisico, ma un modo diverso di sentire e osservare la realtà e raccontarla.

Così Pinturicchio, sordo fin dalla più giovane età, dopo un esordio come miniaturista, ha regalato alla storia dell’arte opere rilevanti come gli affreschi della Libreria Piccolomini a Siena, mentre Francisco Goya, diventato sordo in età adulta, lasciò testimonianza del suo impegno nell’apprendere la Lingua dei Segni spagnola, regalando all’Istituto Valencia di Don Juan a Madrid, un disegno dal titolo “Studio dell’alfabeto manuale”.

L’influenza dei sordi ha coinvolto nomi fra i più grandi della storia dell’arte come Leonardo da Vinci e Toulouse-Lautrec. Il primo, grazie all’incontro con il miniaturista sordo Cristoforo De Predis, poté attribuire ai personaggi delle sue opere la grande espressività dei volti delle persone sorde dell’epoca; il secondo, ebbe come maestro René Pierre Charles Princeteau, famoso pittore ottocentesco di scene equestri e militari, da cui imparò a catturare l’immediatezza e la vibrazione del forme in movimento.

Questi sono soltanto alcuni dei nomi inserito da Anna Folchi e Roberto Rossetti nel dizionario biografico Il colore del silenzio, edito da Electa nel 2007, che resta un’opportunità unica di sensibilizzazione e scambio tra comunità sorda e udente.