Arte e inclusione

Arte e inclusione

L'artista Irene Lupi ha progettato per MPDFonlus una pedana speciale

Per l'edizione 2019 del Festival "Siena Città Aperta ai Giovani", la nostra onlus ha commissionato all'artista Irene Lupi la realizzazione di una pedana per interpreti. Il progetto il cui nome è Step Up ha ottenuto il contributo del Comune di Siena.

Un progetto che nasce da una riflessione sul legame fra arte e inclusione e su come la prima possa contribuire alla seconda in modo efficace e positivo.

Una sfida affidata all'artista Irene Lupi che nel realizzare la pedana ha voluto affrontare il tema della complessità della comunicazione partendo da un testo di Gilles Deleuze, un’intervista sbobinata e trascritta che tratta della comunicazione e dell’atto di creazione: L’opera d’arte non è uno strumento di comunicazione. L’opera d’arte non ha niente a che fare con la comunicazione. L’opera d’arte non contiene letteralmente la minima informazione. C’è invece un’affinità fondamentale tra l’opera d’arte e l’atto di resistenza. Questo sì. Essa ha qualcosa a che fare con l’informazione e la comunicazione in quanto atto di resistenza. Qual è questo misterioso rapporto tra un’opera d’arte e un atto di resistenza, se gli uomini che resistono non hanno né il tempo né talvolta la cultura necessaria per avere il minimo rapporto con l’arte? [Gilles Deleuze, Che cos’è l’atto di creazione?, a cura di Antonella Moscati, Napoli, Cronopio 2013, pp. 22-23]

E studiando la comunicazione in Lingua dei Segni l'artista ha evidenziato come tale complessità fosse rappresentata anche dal ruolo ricoperto dall'interprete, che usa la pedana per garantire a tutti una visione chiara e completa.

Così ha immaginato una struttura in legno, di forma circolare perché "nella rotondità della forma ho voluto richiamare il cerchio come figura ottimale per una comprensione di chi usa la lingua visiva, garantendo un massimo dialogo attraverso la massima visione".

Tornando a Deleuze e al suo testo, l'artista ha voluto rendere visivamente ciò che lui afferma coinvolgendo un'interprete, Mariapia Rizzi, a cui ha chiesto di interpretare le parole del filosofo francese in prossimità della pedana con le mani completamente ricoperte di inchiostro nero.

Questa vicinanza ha fatto sì che segnando, le sue mani lasciassero tracce flebili di una narrazione il cui significato non può essere compreso appieno, poiché mancano tutti gli altri elementi di una lingua visiva come la Lingua dei Segni.

"La pedana è un oggetto insignificante", spiega l'artista Irene Lupi, "sino al momento in cui diventa necessaria per parlare a un pubblico sordo che avendo necessità di vedere per capire, avrà bisogno che l'interprete possa essere efficace e visibile anche all'ultima fila. Ho tentato di rappresentare le difficoltà che si trova di fronte un interprete. In generale interpretare richiede una complessità di azioni, sentimenti e relazioni che sono difficilmente comprensibili a chi non faccia questo lavoro. Quando ho chiesto a Mariapia Rizzi di interpretare un'intervista di Deleuze le ho posto di fronte la pedana in modo che al momento dell'incontro con il legno le mani, ricoperte di inchiostro nero, lasciassero impressi su di esso i segni in modo da sottolineare anche implicitamente l'impossibilità a leggere il testo, perchè non risulta sufficiente prendere in esame solo le mani di un interprete."

La pedana realizzata nell'ambito del progetto Step Up è stata presentata durante un incontro ospitato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena all'interno degli spazi di Palazzo Sansedoni che ha visto protagonisti un'interprete, un performer sordo, un artista, due operatori culturali e un gruppo di giovani studenti delle scuole superiori di Siena.

Ecco un momento dell'incontro: