Donne Segnate

Donne Segnate

Il report del convegno

Si è svolto il 25 novembre il 1° Convegno Internazionale sulla violenza contro le donne sorde, organizzato da Mason Perkins Deafness Fund onlus in occasione della “Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”. Come ricorda Valentina Foa, psicologa e consulente, “la violenza sulle donne è sempre esistita, qualunque sia la provenienza e la cultura delle donne di tutto il mondo. Parlare di violenza sulle donne sorde, vuol dire mettere l'accento sull'esistenza di una doppia discriminazione nei confronti di persone che sono allo stesso tempo donne e disabili.” E non è solo di violenza sessuale o fisica quella di cui parla Valentina Foa, ma anche verbale, psicologica e sociale: “essere donna sorda, oggi, vuol dire essere soggette a violenza ogni volta che viene negata la possibilità di partecipare alle attività sociali (scuola, lavoro e tempo libero) a causa delle barriere comunicative e dei pregiudizi affibbiati alla sordità stessa”.
Pregiudizi che vengono messi in evidenza da Rita Sala, sociologa e interprete LIS: “se ad un sordo si dice che la lingua che usa non va bene, se gli si dice che potrà fare solo determinate cose nella vita, perché alle altre non può accedere, è logico che diventa preda facile, anche perché, se si mina alla base la sua autostima, non avrà mai gli strumenti per affrontare il dialogo.” Il dialogo, la possibilità di comunicare ha un ruolo fondamentale nel dibattito sulla violenza contro le donne sorde: “molto spesso si va in un centro anti-violenza, ma non non si riesce a comunicare come si vorrebbe, con tutta la profondità che la lingua dei segni può avere”. Sottolinea ancora Valentina Foa, “Purtroppo le donne sorde hanno spesso la consapevolezza che le risposte che sperano di ottenere dalle istituzioni nate per proteggerle, non sono all'altezza per mancanza di servizi a loro dedicati.”

Il tema dell'inaccessibilità è affrontato da Sanzio Antonioni, ingegnere informatico: “a volte vengono creati strumenti pensati per la maggioranza della popolazione, come il telefono rosa, a cui i sordi non possono accedere. In più oggi sono nate nuove forme di violenza, meno riconoscibili rispetto alla violenza fisica e che sfruttano ad esempio i social media. Si tratta in questo caso di violenza psicologica che accentua il pregiudizio e spesso agisce proprio sulla rispettabilità di una donna.” Per fortuna, però, la tecnologia ha fornito nuovi strumenti utili: “esistono oggi tanti siti web”, specifica Sanzio Antonioni, “che supportano le donne sorde che hanno subito violenza, ma anche app come iNeedHelp!, che ha avuto un tentativo di diffusione da parte di un'associazione di sordi torinesi.” Ma quante donne sorde sono vittima di violenze?
Se esistono dei dati relativi alla violenza contro le donne in generale (in Italia una donna su tre tra i 16 e i 74 anni è stata vittima dell'aggressività di un uomo), ad oggi non esistono statistiche né in Italia né nel resto del mondo riferite alla comunità femminile sorde, ma alcuni studi possono confermare la portata del problema. Sabine Fries, ricercatrice presso la Humbold University of Berlin, durante il suo intervento al convegno racconta lo studio dai lei condotto su un campione di 12 donne tedesche sorde e vittime di violenza e rivela: “le donne sorde rappresentano il gruppo di donne con disabilità fra i più colpiti da episodi di violenza, che non è solo sessuale, ma anche psicologica e discriminatoria, e che viene consumata negli Istituti, dagli insegnanti, ma anche fra sordi stessi e all'interno della coppia costituita da coniugi entrambi sordi”. Un fenomeno che certamente accomuna le esperienze di vita di donne di tutto il mondo e appartenenti a qualsiasi gruppo, come ricorda Mariagrazia Ruggerini, sociologa e presidente di LeNove – studi e ricerche, a cui era affidato il compito di fornire un quadro generale sulla situazione della violenza contro le donne che è il più delle volte legata ad una disparità nelle relazioni, “dietro la violenza sulle donne ci sono dinamiche di potere e controllo dell'uomo sulla donna, nella coppia e in famiglia, sia nella sfera pubblica sia in quella privata. Si passa dalla violenza fisica a quella psicologica e morale, sino a sessuale ed economica.” E le conseguenze, come rivela il Rapporto OMS del 2013 (Global and regional estimates of violence against women: prevalence and health effects of intimate partner violence and non- partner sexual violence, OMS, 2013) citato da Ruggerini riguardano non soltanto l'individuo, ma l'intera società comportando dei costi sul piano etico, ma anche economico in termini di minore produttività delle vittime, spese sanitarie per cure fisiche e psicologiche e spese legali.
Al termine del convegno è stato organizzata una performance di danza indiana accessibile al pubblico sordo dal titolo: “Scene dal Mahabharata – Draupadi e il tiro dei dadi” interpretato da Maresa Moglia insieme alla poetessa Laura di Gioia. Draupadi, una delle figure femminili di spicco nel Mahabharata (il poema epico nazionale dell'India) può essere considerata un simbolo per tutte le donne grazie alla sua figura ferma e silenziosa, presente nella sua interezza, che le permette di essere un'eroina capace di passare da emozioni quali amore, rabbia, pena, disillusione, forza, coraggio senza perdere la sua dignità.
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