Come riconoscere un vero interprete professionista?

Come riconoscere un vero interprete professionista?

Un post scritto in collaborazione con Anios per individuare le competenze fondamentali di un interprete di Lingua dei Segni

In queste settimane ha nuovamente fatto scalpore un video realizzato in Perù, che mostra un finto interprete di Lingua dei Segni svolgere un servizio di interpretariato in occasione di un incontro politico di rilevanza nazionale. Dopo l’episodio dei funerali di Nelson Mandela, si sperava di non dover più far fronte a situazioni di questo tipo, invece l’attualità riporta l’attenzione su una questione molto delicata: saper riconoscere un professionista vero da un falso.

Con il supporto di Lucia Rebagliati, presidente Anios (Associazione Interpreti di Lingua dei Segni italiana) abbiamo individuato le competenze fondamentali che un vero interprete professionista deve avere.

1. UN TITOLO

L’interprete LIS, per potersi considerare tale, deve essere in possesso della qualifica che attesti un idoneo percorso di formazione. La qualifica è rilasciata in genere da enti accreditati a livello regionale o nazionale. Un presupposto imprescindibile dal quale non si può derogare per poter definire un interprete come professionista.

2. COMPETENZE SPECIFICHE

Un interprete professionista deve essere consapevole dell’importanza di una serie di competenze specifiche che gli permettono di valutare gli incarichi, non accettando quelli che sono al di sopra delle sue capacità. Eccole elencate:

- interpretariali: l’interprete sa comprendere e rielaborare rapidamente il messaggio da interpretare; è fedele al messaggio, lo riporta in modo accurato e fruibile;

- linguistiche: ha solide conoscenze grammaticali e metalinguistiche che gli permettono di comprendere e strutturare espressioni linguistiche adeguate;

- culturali: conosce le caratteristiche culturali degli interlocutori coinvolti nell’interazione comunicativa;

- contestuali: sa adeguare le proprie competenze tecniche al contesto e ai partecipanti

- comunicative: garantisce un’interpretazione coerente, adeguata ed efficace

3. SOLIDA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE

Un interprete osserva un comportamento eticamente corretto verso l’utenza e verso i colleghi, nel rispetto anche delle condizioni lavorative previste.

4. FORMAZIONE CONTINUA

Il percorso formativo rappresenta per ogni professionista un punto di partenza; ad esso, l’interprete deve affiancare una solida formazione continua che gli permetta di mantenere aggiornate le proprie competenze e di acquisirne di nuove. L’importanza della formazione continua è ribadita anche dalla legge 4/2013 sulle professioni senza albo.

Chiudiamo con un suggerimento utile a interpreti e utenti. Far parte o rivolgersi ad un’associazione di categoria può essere un modo per tutelarsi sia come professionista sia come privato che richiede un servizio. Quest’ultimo potrà verificare la qualità di un interprete attraverso vari strumenti: una prova d’ingresso che testi il rispetto degli standard professionali; percorsi di formazione continua adeguati al mantenimento di questi standard; uno sportello del consumatore che dia voce all’opinione degli utenti.