A scuola con l'assistente alla comunicazione

A scuola con l'assistente alla comunicazione

Una figura importante che fa da ponte tra l'alunno sordo, la classe e i docenti

Ed eccoci alla seconda tappa del nostro viaggio nella scuola alla scoperta delle figure professionali che lavorano con gli studenti sordi. Parliamo dell'assistente alla comunicazione, figura intorno a cui manca ancora un'informazione corretta, che spesso i genitori confondo con l'insegnante di sostegno. Ne parliamo con Gabriella Montalbano, presidente di ANACA, associazione di assistenti all'autonomia e comunicazione fondata lo scorso maggio.

Può dire in sintesi in cosa consiste il lavoro di un assistente alla comunicazione?
L'assistente alla comunicazione è un operatore che si pone come ponte comunicativo tra l'alunno sordo, la classe e i docenti con l'obiettivo di abbattere le barriere comunicative, offrire pari opportunità e consentire allo studente sordo di esprimere pienamente le proprie potenzialità scolastiche. Svolge un'importante azione di supporto nell’apprendimento dello studente sordo facilitando la comunicazione nel contesto scolastico e rendendo accessibile allo studente l’insieme dei contenuti scolastici e delle informazioni circostanti.

Spesso questa figura viene assimilata a quella dell'insegnante di sostegno, in cosa si differenzia?
Sono due figure ben distinte sotto il punto di vista didattico, operativo e contrattuale. Gli insegnanti specializzati per il sostegno ricevono una “formazione polivalente” e pochi di loro hanno una conoscenza specifica della sordità. Di fronte ad un alunno sordo, spesso, hanno difficoltà ad individuare percorsi educativi e di apprendimento adeguati. In questo quadro, l’assistente alla comunicazione viene coinvolto nelle scelte metodologiche per la didattica dello studente.

In cosa si differenzia invece dall'interprete scolastico?
L'assistente alla comunicazione e l'interprete scolastico, ad oggi, differiscono nel percorso formativo. L’art. 42 del DPR 616/1977 introduce l’assistente alla comunicazione come figura professionale, successivamente confermata dalla legge 104 del 1992. Quella dell'interprete scolastico, definito anche Interprete LIS con funzione di assistenza alla comunicazione, si considera una specializzazione nella professione dell'Interprete LIS. Entrambe le figure professionali non hanno responsabilità didattica (di competenza esclusiva del corpo docente) ma contribuiscono, fattivamente, alla realizzazione delle strategie didattiche più adatte ad ogni singolo caso.

Come interagisce l'assistente alla comunicazione con i docenti e i compagni dello studente sordo?
Sul piano relazionale l’assistente alla comunicazione svolge il suo ruolo primario e le difficoltà sul piano comunicativo, psicologico e socio-relazionale degli studenti sordi risultano l'epicentro del suo lavoro. Un assistente alla comunicazione, grazie alle competenze acquisite, consente al proprio assistito, nel rispetto dei diversi gradi di sordità, di seguire i ritmi della classe, migliorandone il livello di integrazione.

In generale, viene garantita continuità nel momento in cui si viene assegnati ad un caso?
Viene garantita la continuità, laddove possibile. Nel passaggio dalla Scuola secondaria di primo grado alla Scuola Secondaria Superiore, ad esempio, per la rimodulazione in termini di competenze della gestione del servizio di assistenza (articolo 139 del Decreto Legislativo 112/98 e riordino delle funzioni e dei compiti delle Città metropolitane), si perde la continuità lavorativa.

Da presidente di ANACA può farci una fotografia della situazione?
L'associazione ANACA è stata fortemente voluta e costituita da operatori del settore, riuniti per la promozione di una categoria che parta da una formazione di base uniforme su tutto il territorio nazionale. Le enormi divergenze rilevate sul piano nazionale in termini di formazione e gestione del servizio di assistenza, sono le ragioni principali della nascita di questa Associazione. Ad oggi, il quadro nazionale determina disparità di carattere sia regionale che provinciale.

A quale esigenza risponde la vostra associazione?
L'esigenza primaria è quella di ottenere un idoneo riconoscimento professionale per gli assistenti che da decenni lavorano in assenza di adeguate condizioni lavorative, così come assicurare il diritto allo studio di alunni con disabilità sensoriali e psico-fisiche.

Quali requisiti sono di un assistente alla comunicazione per far parte di ANACA?
Possono associarsi ad Anaca, persone che svolgono attività retribuita, anche occasionale, di assistenza all'autonomia e alla comunicazione, in possesso di un Attestato di qualifica professionale, riconosciuto, rilasciato da Scuole, Enti Pubblici e Privati operanti nel settore.

Quali sono gli obiettivi dell'associazione nel medio e nel lungo termine?
La promozione del riconoscimento di uno stato giuridico professionale della figura dell’Assistente all’Autonomia e Comunicazione, quale operatore esperto in materia di supporto all’apprendimento e all’integrazione scolastica degli studenti disabili, e la realizzazione di una presenza capillare che tenga conto delle specificità locali e abbia sempre l'obiettivo di uniformare a livello nazionale formazione di base, regolamenti, condizioni contrattuali, etica professionale.